Per la maggior parte delle persone il caffè è un piacere, per alcune è immancabile ad ogni pasto e per altre ancora è un nemico assoluto.
Come mai una bevanda che si racchiude tutta in una tazzina può avere molteplici e diversi effetti sulla gente?
Non tutti rispondiamo nello stesso modo all’assunzione di caffè: in un soggetto sano esso ha un’azione stimolante che induce reattività, benessere fisico e mentale, mentre in un soggetto stressato o ansioso questi effetti si traducono in nervosismo, tachicardia e insonnia.
Questo perché il caffè è una bevanda nervina, ovvero capace di stimolare il sistema nervoso centrale grazie alla presenza della caffeina, un alcaloide di origine naturale, e in base alle caratteristiche psico-fisiche di ognuno di noi può avere effetti diversi.
Il caffè non contiene calorie, riduce l’appetito, aiuta la digestione se consumato dopo un pasto abbondante e migliora la performance sportiva.
Tuttavia può far aumentare la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, creare irritabilità e insonnia in soggetti predisposti; inoltre limita l’assorbimento di alcuni minerali (come calcio e ferro) e interferisce con quello di alcuni medicinali.
Se bevuto a stomaco vuoto induce la peristalsi intestinale e può provocare bruciore di stomaco; infine contiene nichel ed è quindi vietato in chi soffre di questa allergia.
In conclusione il caffè può essere assunto da una tazzina a tre al giorno preferibilmente a stomaco pieno, mentre il suo consumo è da limitare o evitare in caso di ipertensione arteriosa, ansia, tachicardia, insonnia, colite, gastrite, reflusso, anemia sideropenica, allergia al nichel.
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